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L’Epifania in Sardegna: tra passato e presente
Il 12° giorno dopo il Natale si celebra l’Epifania in tutto il mondo cristiano, che cade il 6 Gennaio per le Chiese occidentali e per quelle orientali che seguono il Calendario Gregoriano.
Il termine deriva da “epiphaneia”, che significa “manifestazione”, e veniva utilizzato dagli antichi greci per indicare l’azione o la manifestazione di una qualsiasi divinità mediante miracoli, visioni, segni, ecc. Secondo il Vangelo di Matteo, questo evento era legato all’adorazione dei Magi che giunsero dall’Oriente a Betlemme per portare a Gesù bambino i doni dell’oro, incenso e mirra.
L’epifania, tra le feste cristiane locali, è sentita anche in Sardegna dove oggi comunemente, come nel resto dell’Italia, è identificata con la Befana, una vecchietta dall’aspetto simile ad una strega, che vola a cavallo di una scopa e, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio, porta doni ai bambini. In sardo si usano gli epiteti “Sa femmina eccia” o “sa baccucca eccia” per designare questo personaggio che, pur essendo di recente e non locale creazione, è diventato il simbolo con il quale oggi si identifica la festa dell’Epifania.
L’Epifania celebrata il 6 Gennaio, però, era un giorno festivo celebrato almeno fin dal Medioevo, all’epoca era identificata come “pasca nuntza”, ovvero festa dell’annuncio dei Re Magi della nascita di Gesù. E “pasca nuntza” cominciò ad assumere un valore speciale con l’importazione di alcune tradizioni catalane. Tra queste la “fiesta de los tres Reyes Magos” assai sentita in Spagna.
Non è un caso, infatti, che si conservi ancora nella lingua sarda il riferimento a “sa Pasca de is tres Reis”, anche detta “Pasca de is tres Gurreis”, “Pasca de is tres Urreis” e “Pasca de sos tres Rese”.
In Catalogna sono infatti i tre re a portare regali ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio e questa ricorrenza si celebra con grande solennità. Il 5 Gennaio a Barcellona e in altre località catalane si svolge “La Cabalgata de Reyes Magos”, ossia la “Parata dei Re Magi”, con cui anche Cagliari conserva ancora un forte legame. Per maggiori informazioni leggi il nostro articolo Epifania in Spagna.
Sebbene in Sardegna non si svolga nessuna parata dei Re Magi, in alcune parti dell’isola si è comunque mantenuto il legame con il “dolce dei tre re”, che prevede una preparazione lunga e laboriosa.
Esattamente come avviene in Spagna, nel tipico dolce “roscón de Reyes”, anche nella versione tradizionale sarda sono presenti i “doni” all’interno del preparato. Si tratta di tre legumi, una fava, un fagiolo e un cece, mescolati ad un impasto dolce dalla lunga lievitazione. Chi trovava uno dei legumi nella propria fetta sarebbe stato fortunato per tutto l’anno e avrebbe avuto una buona produzione di grano, di uva e di olive.
Inoltre, in alcune parti dell’isola, durante il periodo dell’epifania era diffusa la tradizione tra bambini e ragazzi di andare casa per casa chiedendo il permesso di intonare il canto de “sos tres rese”, per ricevere in dono frutta secca, dolci e anche qualche moneta.
Quando gli abitanti non accordavano il permesso di cantare, perché vi abitava un anziano o una persona malata, si apriva ugualmente la porta per ricompensare i cantori ed evitare di ricevere un canto di malaugurio. Queste usanze vengono ancora oggi portate avanti nel nord Sardegna, soprattutto Ittireddu, Ozieri, Bonnanaro e Alghero.
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